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Ignazio Carrieri e le scatole di latta

Nei primi anni del 1890, alcuni illustri scienziati italiani ricevevano alcune scatole in latta. Quello che contenevano quelle scatole erano esemplari di lycosa tarentula spediti dal medico grottaglie, Ignazio Carrieri. Lo scopo era quello di capire se e come la tarantola potesse provocare il tarantismo.

Biografia

Carrieri nacque nel 1862 da una famiglia possidente e benestante, conseguendo la laurea in medicina presso l’Università di Napoli. A Grottaglie fu medico condotto e ricoprì varie cariche onorifiche, cosa che gli permise di ottenere un’udienza presso il re Vittorio Emanuele III. A causa di una malattia al fegato, morì nel 1926.

Il medico di Grottaglie scrisse due studi sul tarantismo: Sul Tarantolismo(1) (1891) e, successivamente, Il Tarantolismo Pugliese(2) (1893).

Natura e causa del Tarantismo

Osservando che nei pazienti studiati vi era effettivamente la puntura di un insetto, Carrieri arrivò alla conclusione che il tarantismo fosse causato dal morso di una tarantola. Per questo, il termine tarantismo assumeva un significato ben determinato agli occhi del medico grottagliese:

«Il tarantismo, o tarantolismo, è una forma di una nevropatia causata dal veleno della tarantola o falangio di Puglia; d’altro canto esiste una psicopatia, che, solo volgarmente, viene chiamata tarantismo ed ha causa nel contagio morale e suggestione».(3)

Il tarantismo era sempre causato dal veleno della tarantola, anche se vi erano alcuni pazienti che imitavano i tarantolati pur non essendo stati morsi. In quest’ultimo caso non si parlava di tarantismo, ma di una psicopatia.

Ora il problema era capire come potesse agire il veleno della tarantola. Verso la fine dell’Ottocento vi erano diversi studi circa gli effetti sul sangue. Tuttavia, Carrieri propendeva per l’idea che il veleno attaccasse soprattutto il sistema nervoso:

«Quantunque riconosca che occorre studiare e seguire nelle sue diverse manifestazioni il fenomeno dell’avvelenamento per determinare l’importanza della sovraeccitazione in qualche punto dell’asse cerebro-spinale, il che rimane a verificarsi con successivi esperimenti, pure dai risultati testé accennati e dall’andamento clinico della malattia sono indotto a ritenere, che il veleno della tarantola, agendo sui centri nervosi, determini l’intorpidimento se non la semi-paralisi degli arti inferiori dell’uomo, il quale poi avverte il bisogno irresistibile di procacciarsi del moto, slanciandosi alla danza».(4)

Veleno, danza e ciclicità annuale

La danza, quindi, sarebbe stata causata proprio da quell’intorpidimento di braccia e gambe, che avrebbe portato le vittime ad adottare la danza come rimedio.

Permane, inoltre, con forza un altro quesito: perché proprio durante i mesi estivi? Come è possibile l’esistenza di recidive che perdurano diversi anni? La cause, per Carrieri, sembravano essere molteplici.

Un soggetto molto suggestionabile poteva risultare un terreno fertile per questa patologia. Anche il clima stesso poteva avere un’influenza non secondaria(5): i mesi estivi, per antonomasia, sembravano pesare sulle condizioni fisiche e, in particolare, su quelle nervose.

Circa il veleno, la quantità di veleno inoculato poteva influire sulla prognosi. Non erano, inoltre, secondari i fattori etologici: durante i mesi estivi, la lycosa tarentula «acquista maggiore virulenza».(6)

Diverso, invece, era il caso della presenza di recidive pluriennali. A tal proposito, per Carrieri tale aspetto sembra essere più oscuro: «Dalle storie cliniche, che ho raccolto, sono indotto a rispondere affermativamente senza poter dare una spiegazione adeguata e convincente».(7)

Testi e Ristampe

Carrieri I., Sul tarantolismo pugliese, in Lavori dei congressi di medicina interna: Terzo Congresso tenuto in Roma nell’ottobre 1890, L. Lucatello – E. Maragliano, Francesco Vallardi (a cura di) , 1891, p. 348-353.

Carrieri I., Tarantolismo pugliese, «Gl’Incurabili», 8, 1893.

Mottolese Floriano (a cura di), L’ombra della vedova nera, il tarantolismo pugliese di Ignazio Carrieri nel 120° anniversario, Edizioni dell’Iride, 2012.

Note

(1) Carrieri I., Sul tarantolismo pugliese, in Lavori dei congressi di medicina interna: Terzo Congresso tenuto in Roma nell’ottobre 1890, a cura di L. Lucatello – E. Maragliano, Francesco Vallardi, 1891, p. 348-353.

(2) Carrieri I., Tarantolismo pugliese, «Gl’Incurabili», 8, 1893.

(4) P. 44.

(5) P. 31.

(6) P. 13.

(7) P. 31.